Cantami o Diva
… del pelide Achille, l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei…
Così continuava l’Odissea, ma, tranquillƏ, non siamo qui a parlare di morte anche stavolta come nella newsletter di gennaio, ma di canzoni.
Ebbene sì, parleremo di Sanremo.
Che è come il Natale: impegnativo ma immancabile.
Io ho un gruppo di amici con cui “suoceriamo”: ci mettiamo davanti al televisore con gli spuntini e ne diciamo peste e corna di chiunque, tirando fuori il peggio di noi.
Il risultato è che, quando finisce la manifestazione, ricordo poco delle canzoni, per cui passo le settimane successive a riascoltarle e a farmene un’opinione.
La cosa che ho notato fin da subito però è che non c’erano le classiche rime cuore-amore, dove tutte le relazioni erano incentrate sulla felicità e sul quanto è bello stare insieme.
No.
Pare che le cantanti (e uso il femminile non a caso), abbiano capito che l’amore è molto più sfaccettato di così.
Partendo dalla divina Elodie che mi ha conquistato al primo ascolto con Le cose sono due: lacrime mie o lacrime tue.
Passando per Levante che ha bisogno di una rinascita in cui ci si riappropria di mente e corpo (specie dopo una gravidanza).
Per Shari che ha manifestato la volontà di voler essere egoista, anche nel sesso.
Per Madame, che si mette nel ruolo della prostituta che ama un uomo ed è capace di dargli un senso nel bene e nel male.
Per Ariete che vuole ricominciare una relazione anche se è terminata.
Per Giorgia che, al contrario, lascia andare una relazione e vuole trasformare la malinconia in qualcosa di positivo per sé.
Per California dei Coma Cose per cui l’addio non è una possibilità.
Per Mara Sattei e i suoi duemilaminuti di violenza fisica e psicologica.
Infine per Paola e Chiara rimaste agli anni ‘90.
E… si, anche per Anna Oxa che si scaglia contro la falsità usando voce spiegata e la pettinatura di Barbie in lavatrice.
Ci potrei scrivere righe e righe di post per www.giorgiafieni.website su quello che queste donne hanno portato sul palco e che non è stato capito (d’altronde, qualcunƏ si ricorda che “Ciao ciao”, presentata l’hanno scorso da La Rappresentante di Lista, parla di fine del mondo mentre quest’estate ballava con le gambe, con la testa, con i piedi, con il culo?) e non è detto che non lo farò.
Poi ci sono state le co-conduttrici su cui ovviamente ogni essere vivente deve esprimere un parere…
… perché il monologo di Chiara Ferragni è troppo da privilegiata….
…perché quello di Paola Egonu era esagerato “mica tutt3 siamo tanto razzisti”...
…perché quello di Francesca Fagnani ci ha sbattuto in faccia la situazione delle carceri minorili “e non in prima serata quando ci stiamo divertendo”...
…perché quello di Chiara Francini ha toccato un argomento sacro come la maternità.
Per fortuna Sanremo è finito e siamo tornat3 ad essere quello che eravamo prima, ovvero commentatori di calcio, esperti di guerra e di cattura di mafiosi, persone qualsiasi che si interessano della vita privata dei vip ecc
E quelle… bè, quelle sono solo canzonette. (O no?)
Ti abbraccio
Giorgia