Parole per Giulia
Ciao!
La settimana scorsa, quella del 25 novembre, sono stata particolarmente attiva sui social… cioè, ho fatto qualche storia in più (che per me è già espormi più del solito… sembro estroversa ma non è vero). Penso che lo meritasse la situazione che stavamo vivendo, ma stavolta voglio farti un discorso più complesso.
Siamo sta3 tutt3 toccat3 nel profondo da quanto è successo a Giulia Cecchettin, uccisa dal “fidanzato”, e direi che questo è il momento di smetterla di “spolpare” la vicenda e lasciare che la giustizia faccia il suo corso senza sostituirci ad essa… quindi, se li hai in mano, posa i forconi e lascia perdere le news morbose sulla vicenda.
Mi ha ovviamente colpito la sorella Elena, che è stata lucidissima nei suoi comportamenti e nelle sue parole pur provando un dolore e una rabbia inimmaginabili. Purtroppo questi coraggio e determinazione e lucidità sono stati rivoltati contro di lei, scomodando la parola “satanista”... non si poteva incolpare Giulia perché in tutte le foto appare come una ragazza normalissima-senza-nemmeno-il-provocante-rossetto e così diamo-tutti-addosso a Elena. Così come si è data la colpa alla musica trap (o metal o qualunque cosa gli “adulti” non considerino “vera musica”…. ti ricordi quando per la strage della scuola di Columbine si puntò il dito contro Marylin Manson??? ecco, siamo ancora fermi lì). Ma, tutto normale, siamo abituate a chi sposta l’attenzione perché se non dà la colpa ai complotti o a qualcos’altro allora è costrettƏ a guardare in faccia i propri egoismo e indifferenza e, uhddioddio no, questo mai!!
Si è fatto anche un gran parlare di educazione sentimentale nelle scuole. Io su Instagram ho detto che non è necessario imparare a memoria chissà quale polveroso libro o dare ore in più, ma che è sufficiente ascoltare i ragazzi e le ragazze per capire come sta andando la loro vita… ascoltarl3 davvero perché ne hanno un gran bisogno, di essere ascoltat3 senza giudizi. E ho ricevuto messaggi privati che mi hanno fatto molto piacere perché erano di persone che ci provano, coi figli, coi nipoti, con gli allievi… ogni giorno provano a entrare nel loro universo in punta di piedi e con rispetto, senza mostrare di essere detentori della verità.
Perché la verità è che i sentimenti sono ancora le arti oscure in cui non esistono espert3… psicologi e psicoterapeuti hanno delle teorie e degli esempi, ma chi lo sa cosa passa nella testa delle persone… puoi anche vedere tutti i segnali, ma rimanere cieca e sorda ugualmente, a qualsiasi età. La mappa delle “bandierine rosse” è bella e potenzialmente utile ma, credimi, anche se le vedi tutte, decidi di ignorarle perché sei sicura che lui non è come gli altri, che è una persona migliore e ti dispiace rispondergli male e ignorarlo (gli audio di Giulia sono chiarissimi, così come lo erano le parole scritte sul diario di Elisa Claps).
Quello che è davvero importante è far capire alle ragazze e ai ragazzi che abbiamo fiducia in loro e che non sono sol3… che si possono rivolgere a noi e saranno ascoltat3 e non minimizzat3 con frasi tipo “Pensa a studiare che poi all’amore ci penserai quando sarai grande” oppure: “Troverai presto un’altra persona da amare”... e, soprattutto, dar loro l’esempio: i figli e le figlie tendono sempre a ripetere gli schemi sentimentali della famiglia e degli adulti che l3 circondano. Se vedono litigi e/o violenze psicologiche e/o fisiche penseranno che fanno parte dell’amore. se vedono parole impareranno a parlare, se vedono affetto ripeteranno l’affetto. Quante cose facciamo o diciamo davanti a bambini e adolescenti senza rendercene conto?
Comunque, dicevo, si è parlato di educazione sentimentale e poi, il 25 novembre, scrutando fra quelle bellissime facce e scritte, non ho visto le scuole. Nel mio paese c’era una classe che ha fatto una coreografia e ha letto parole molto belle… ma a me è dispiaciuto perché tutte le altre classi erano a studiare materie che avrebbero potuto studiare anche la settimana successiva…. Educazione sentimentale potrebbe essere il dedicare la giornata al significato del 25 novembre: o stanno in piazza a manifestare o stanno in aula a parlarne.
Invece ho saputo pure di classi che hanno fatto il minuto di silenzio (o di rumore) per Giulia e poi hanno continuato le lezioni come se niente fosse, senza parlarne.
Chi ne ha parlato invece è stata la politica, che offre la solita visione patriarcale trita e ritrita del “Sono gli uomini sentimentali di oggi, che uccidono per debolezza” e del “Non siamo tutti uguali” e del “Anche le donne uccidono gli uomini e non ne parla nessuno” e del “Io sono cresciuto circondato da donne”.. perché ovviamente il mea culpa è troppo difficile da fare e perché, guai a non sentire anche l’opinione degli uomini, poverini. Secondo me è proprio questa visione dei maschi che non devono essere deboli che li spinge verso l’unica strada che rimane, ovvero la violenza… non vorrai mica essere chiamato “femminuccia”, giusto???
Invece il “è colpa mia” dovrebbe essere generale… abbiamo tutt3 colpa.
Per esempio: è colpa mia perché a volte ho parlato male di una donna oppure ho riso dei suoi difetti fisici o di come si è presentata anziché difenderla quando altre persone l’hanno derisa o giudicata.
Lo ammetto… e forse ho fatto di peggio. Farò di tutto per correggermi.
Spero lo faccia anche tu.
Non solo per Giulia, ma per tutte quelle che ci sono state prima di lei e per tutte quelle che stanno per vivere la stessa situazione proprio adesso, mentre io scrivo e tu leggi
“Finché ci sarà una sola donna minacciata in quanto donna, noi non avremo pace”. - Lidia Ravera, scrittrice e giornalista italiana
Ti abbraccio
Giorgia
Ps: Ho iniziato ieri un podcast interessante: si chiama “L’arco di Chiara” e racconta il femminicidio di un’adolescente attraverso le voci di altr3 teenagers… è istruttivo ascoltare le parole che usano… ne parleremo sul sito ma te lo segnalo perché potrebbe essere un buon inizio di educazione sentimentale, se ne hai bisogno