Sotto effetto calcio
Ciao!!!
Lo so, ti aspetteresti da me che ti raccontassi tutto di “Barbie” perché ho già questo post che ne parla (tra l’altro precorrendo cose che sono presenti anche nella prima parte… io e Greta Gerwig siamo sulla stessa lunghezza d’onda) ed è ora di rinnovarlo dopo la visione del film più visto dell’estate.
E INVECE NO!!!
Cioè. Lo farò, ma non adesso. Lo farò quando avrò metabolizzato ciò che ho visto e in un momento in cui non sarai bombardatə da Barbie in ogni luogo e in ogni lago. Con calma.
Voglio essere più originale e quindi parliamo di calcio. Praticamente di qualcosa che non tratto mai perché non ha nulla a che fare con il “mondo femminile” di www.giorgiafieni.website, ma qui siamo io e te e quindi parliamo di ciò che ci va.
Mentre durante l’estate sui giornali della mia città è infuriato un rovente dibattito circa l’acquisto di un calciatore accusato di stupro e in attesa di sentenza, io mi sono fatta domande sul potere della tifoseria.
Da totale ingenua quale sono, ho sempre pensato che entrare in uno stadio e urlare per la propria squadra del cuore non fosse poi molto differente dall’entrare in uno stadio e urlare per la propria rockstar del cuore.
EEEEEEEH… NO
Sottovalutavo un elemento: i soldi.
Nel mondo del calcio girano tantissimi soldi e sono loro a governarlo…. non solo col temibile calciomercato che ogni estate tiene col fiato sospeso manco fosse un delitto in cui trovare un colpevole (sarà stato Messi in sala da pranzo col candeliere??? una roba alla Cluedo insomma), ma anche e soprattutto con le scommesse e a volte pure con il traffico di stupefacenti, inducendo così nel pubblico l’idea dell’eccessiva criminalizzazione delle tifoserie (idea errata… cioè, ci sono gli eccessi ma anche, e soprattutto, gente che va a urlare per la squadra del cuore e non ricorre alla violenza).
Ecco perché ti suggerisco di ascoltare il podcast UN UOMO CHIAMATO DIABOLIK, dedicato alla vita e alla morte di Fabrizio Piscitelli (questo il link Spotify)
La sua è una storia dove si intrecciano legalità e illegalità, ma soprattutto è la storia di un tifoso dalla personalità altrettanto ambivalente, leader degli Irriducibili, che ama la Lazio e ne segue le vicende sportive, imprenditoriali e politiche. Lo sparo dopo i titoli iniziali e finali ti ricorda che tutto questo si riduce però a zero davanti alla morte.
Diabolik è un personaggio da conoscere, più letterario di quelli usciti dai veri romanzi, che mi ha fatto venire voglia di ascoltare (durante le mie lunghe passeggiate sotto il sole di una delle estati più calde mai vissute) altre vite, specie quelle di cui non so nulla.
Ecco perché subito dopo di lui ho cercato altri forti personalità e le ho trovate in “Sotto effetto podcast” (questo il link Spotify)
Partendo da quella del suo conduttore: Tormento. Lui, il cantante dei Sottotono, uno dei più bravi rapper italiani, a mio avviso. Che in questo podcast parla di argomenti con cui ha avuto a che fare nella sua vita: violenza, soldi, l’industria musicale, il corpo, la rabbia, il viaggio.
E lo fa con l’aiuto dei suoi “bro”: Luché, Ciro Buccolieri, Antonio Macko Todisco, Big Fish, Esa, Max Brigante, Guè, Giovanni Valle, Inoki, J-Ax, Danno, Coez, Giorgia, Al Castellana, Tiziano Ferro, Ensi, Raige, Izi, Matteo Gracis, Shablo, Simon De Jano,
Ora, ti risparmierò me che faccio la figa dicendo che conosco tutti questi nomi perché non è vero. Però li ho ascoltati volentieri e il podcast mi è piaciuto molto e credo darà spunti interessanti di riflessione anche a te.
Ecco perché ho deciso di dare proprio a Tormento, come ringraziamento per alcuni brani mitici che mi porterò sempre nel cuore, il compito della frase finale di questa newsletter, che mi suggerisce il compitino per te fino alla prossima newsletter:
Dietro gesti audaci c’è la voglia di far accettare le nostre diversità, anche quelle più sottili
…e falli, sti gesti audaci!!
Ti abbraccio
Giorgia